Bio

La disciplina stilistica assimilata attraverso la pubblicità e la totale spontaneità del suo stile legato agli anni 80-90’ hanno aiutato tantissimo la recente intenzione anche di dedicarsi ai grandi temi sociali ("siete liberi di bloccarmi, oscurarmi, scrivermi..."). Gli anni di impegno nelle redazioni milanesi ed europee ed una profonda maturazione personale, hanno indotto questo passaggio decisivo e da allora i programmi per i progetti di comunicazione in cui si impegna si svolgono sulla base sia dei contenuti sociali su cui il mondo spesso si interroga, sia quelli commerciali per cui viene accolto come Direttore Creativo e Web Content Manager ("è già perchè poi i tempi cambiano ma il metodo resta!).

Prima del 2004 Max ("Sarei io...ma mi hanno detto di scrivere in terza persona...") ha lavorato come fotografo difficilmente identificando il proprio lavoro con uno specifico settore di appartenenza, se non chiamandolo Espressione. Nel 2000 Max decide di seguire come Art Director le aziende che richiedevano il suo intervento sia come fotografo che per la pianificazione della creatività fino alla strategia di comunicazione ("e sempre lavorando in squadra con il mio copy e i grafici..."). Dal 2004 come fotografo ha coperto sia come inviato freelance che su commissione eventi in Sud Africa, Rwanda, Repubblica Democratica del Congo, Libano, Israele, Bosnia-Herzegovina, Kosovo, Nigeria, Benin, Eritrea, Etiopia, Finlandia, Bulgaria ("è vero e ho anche preso le botte in Kosovo e in RDC...in onore della verità e della comunicazione"). In Italia ha pubblicato il suo primo libro nel 2004 sul problema della comunicazione attraverso gli occhi delle persone sieropositive dal titolo IL PESO DEL SILENZIO, Ed. Marna, i cui proventi hanno aiutato a divulgare i contenuti e la lotta all’AIDS. Nel 2009 con la poetessa siriana Maram al Masri realizza il libro fotografico LE DONNE COME ME, Ed. Liberodiscrivere dirigendo tutta la parte editoriale (a cui devo la mia evoluzione artistica). 

Nel 2005 si è impegnato (lui, non me stesso....) a fondo in Repubblica Democratica del Congo descrivendo le diverse emergenze umanitarie da quella sanitaria, ai bambini di strada, la crisi idrica e rurale, aiutando diverse associazioni tra Onlus e Ong attraverso l’apporto dei suoi interventi anche alle convention, delle sue mostre fotografiche (invito ogni creativo a dedicarsi al prossimo). 

In Israele nel 2005 la collaborazione con la Ong HOPE ha contribuito alla ricostruzione del reparto di neonatologia dell’ospedale italiano Fatebenefratelli a Nazareth, operazione premiata dal (il fu...) Presidente della Regione Lombardia.

In Aprile del 2006 in Sud Africa incontra il Nobel Nadine Gordimer che indicizza il suo lavoro sui temi come l’educazione e i diritti umani ("indimenticabile").

Nel 2006 con Vanity Fair realizza il reportage sui bambini stregoni e dirige tutta la comunicazione di EK’ABANA la mostra itinerante sul tema il cui aiuto viene destinato proprio a questi bambini. Il suo lavoro come quello commerciale è stato pubblicato su numerose testate editoriali italiane ed estere, principalmente su Vanity Fair, anche su Casa Vogue, IO Donna, Style, Il Giornale, Avvenire, Corriere della Sera, Repubblica, Vanity Fair Germania, Famiglia Cristiana, Flair, Private, Max, E&F, Kult, PàP Mag., Posh. Accreditato presso le Nazioni Unite, pubblista dal 2000, ha collaborato con il Ministero della Difesa Italiano, e l'ufficio del Capo di Stato Maggiore della Difesa, così come con testate di moda ("mi scuseranno per averli messi vicino in questa mia bio, ma mi considero un creativo..."). Con Cirque du Soleil nel 2016, il grande brand circense, realizza la mostra sostenuta da Vanity Fair, Zumanity che ancora oggi è tema per molti correlati.

Recente impegno della sua campagna sociale dirigendo la mostra patrocinata dal Comune di Milano, TESTA O CROCE sulla sfida nella quale imperversa la situazione della Repubblica Democratica del Congo. Ama raccogliere le storie del mondo perchè da sempre sostiene che c’è una storia meravigliosa dentro ognuno di noi da raccontare attraverso la pubblicità ("oggi lo chiamano storytelling" io lavoravo sempre dopo aver ascoltato ore di briefing...) la fotografia e con il reportage, in particolar modo con il ritratto rendendo, come sa ben fare, le persone attraenti, carismatiche…vere ("loro però sono più veri delle mie storie!").

Chiunque davanti al suo obbiettivo e affidi la sua comunicazione a Max ha la sensazione di sentirsi unico e parte di una storia importante ("grazie al pensiero del mio editore..."), e affidandogli un incarico sa di creare valore attraverso il suo contributo e poi dice ("finalmente posso parlare!"): "...mi riesce particolarmente bene trasformare un concetto di vendita in un messaggio... Provare per credere! Grazie della vostra attenzione!”. 

Ringrazio e ringrazierò sempre i miei maestri d'agenzia tra cui Lele Panzeri, Emanuele Pirella, Tim Scott, Dominique Cambpel...Federico Minnini, Mauro Baffico, Antonello Cassan,Callie De Quevedo, Ménard Renée-Claude.